Schola Philosophica Hermetica Christiana
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    QUESTO E' UN FORUM DEDICATO AI SOLI MEMBRI ISCRITTI,COME UN CENACOLO DELLO SPIRITO CI INCONTRIAMO PER ESPORRE LE NOSTRE OPINIONI SPIRTUALI CHE ,COME LUCE IRRADIA DAI NOSTRI CUORI AFFINCHE' NON MANCHI MAI IN TUTTI NOI IL LUME DEGLI ANTICHI FRATELLI CHE HANNO PERCORSO QUESTA SCIA, E SOPRATUTTO L'AMORE DEL PIU' GRANDE MAESTRO VIVENTE IN TERRA GESU' CRISTO FIGLIO DI DIO E DIO NELLA TRINITA'.
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    Lettera sull'Alchimia al Re di Napoli [Arnaldo Da Villanova]

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    Lettera sull'Alchimia al Re di Napoli [Arnaldo Da Villanova] Empty Lettera sull'Alchimia al Re di Napoli [Arnaldo Da Villanova]

    Messaggio  Alessandro Gio Apr 21, 2011 8:01 pm

    SPERO DI FARE COSA GRADITA, TRASCRIVENDO QUESTO PICCOLO TESTO DI UN NOTO ALCHIMISTA.



    ARNALDO DA VILLANOVA
    introduzione
    Il primo presupposto, per poter comprendere la pratica alchemica, è il rendersi ben conto della vera natura dell’essere umano. Questo, contrariamente a quanto oggi ci si sforza di dimostrare, non è composto solamente di sostanza materiale, ma è anche dotato di qualità sottili di natura animica e spirituale. Dal punto di vista ermetico, le parti in cui l’uomo si suddivide sono essenzialmente tre: il Sale, chiamato anche terra o pietra, che è il corpo fisico; il Mercurio, o anima ossia l’insieme delle forze e delle energie psico-vitali; ed infine il Solfo, ovvero lo Spirito, l’aspetto trascendente: scintilla divina nell’uomo1
    [1: Nei testi più antichi, viene chiamata Anima la parte superiore del ternario umano e Spirito quella mediana. Ciò non deve confondere: si tratta semplicemente di scambiare i termini secondo l’uso più recente e verrà evitato ogni equivoco].
    L’Alchimia insegna, che per liberare il principio spirituale, occorre innanzitutto sottrarre il Mercurio dalla prigionia a cui Saturno l’ha sottoposto; essendo Saturno l’ente terrestre (forza della terra-corpo), è necessario sottrarre dalla sua influenza la forma sottile di vita individuata (il Mercurio), e ciò avviene con la separazione ermetica. Grazie a questa operazione, la sostanza mercuriale ritorna allo stato libero e indeterminato, ed il Solfo in essa presente (Solfo inerte, se il principio vitale è fissato nel corpo), divenendo attivo, ri-ottiene la sua possibilità di azione trasformativa e trascendente.
    Dice infatti Bohme: L’Artista deve conoscere bene il Solfo, che è la base delle sue operazioni, e deve soccorrerlo assieme al Mercurio, tenuti prigionieri da Saturno.
    Il Filalete così si esprime: Il Solfo passivo che è nel Mercurio, dovrebbe essere attivo e agente; ed ancora: La vita esterna, congiungendosi con la vita che è nel Mercurio, ne cambia del tutto la sua composizione e fa uscire dal suo interno le impurità che esso contiene.
    Sempre il Filalete, dopo aver descritto i modi di procedere per purgare il Mercurio e liberare il Solfo, dice che i Saggi del passato riuscirono in questo, e mescolarono la vita con la Vita, misero il secco con l’umido, animarono il passivo con l’attivo e risuscitarono la morte con la vita. Dunque, con la separazione il Mercurio cessa di essere assoggettato a Saturno e si libera. Qui occorre fare qualche precisazione: il “composto” o misto umano, è di natura caotica; è quindi necessario che un principio si differenzi da questo caos e3d agisca si di esso. Questo principio di natura cosciente e attiva, è, il “Nostro oro”, detto anche: Sole. Esso si oppone all’ “altro”, all’aspetto caotico lunare, ovvero, Luna. La natura si oppone dunque a se stessa moltiplicandosi: da un lato, la coscienza – Sole; dall’altro, la vita desiderio, caos-Brama, la Luna. Con questa operazione la coscienza lucida e attiva si pone al centro e da qui controlla, frena, domina la natura istintiva; non è detto però che questa sia un’operazione facile e debba necessariamente riuscire; anzi: la “separazione”, a detta degli alchimisti, è una “fatica di Ercole”, al confronto con la quale le restanti operazioni sono dette lavoro da donna e giuoco da bambini. Non si deve però credere che tutto si riduca ad una specie di attività psicologica: è ben altro. Se l’azione è realmente portata in profondità, si giunge persino alla sospensione delle forze vitali sull’organismo fisico, e qui i pericoli non sono pochi. Se in ogni caso tutto viene condotto a termine positivamente, si giungerà dapprima ad una possibilità concreta di conoscenza sovrasensibile, ed infine, alla rinascita e ad un completo risveglio intellettuale; ciò che in altri termini viene definita “illuminazione spirituale”.
    Nell’Epistola, Arnaldo rivela l’iter iniziatico, chiarendo fin dalle prime righe che gli insegnamenti sull’Arte non vanno presi alla lettera. Prosegue poi, descrivendo la natura del composto e dell’Opera, ripetendosi diverse volte sui punti principali e riesce, pur nella brevità del testo, a fornire una quantità di dati che anche le note da noi poste in calce, non saranno sufficienti a sottolineare adeguatamente. Basti un esempio: nella prima pagina, egli riporta il parere dei filosofi ermetici secondo i quali, la pietra, è composta di quattro nature, e cioè: il fuoco, l’aria, l’acqua e la terra. Ora, ciò è senz’altro vero e non è difficile accettare un’affermazione che può sembrare ovvia, ma essa racchiude molti profondi significati. Occorre infatti sapere, che gli elementi materiali importano ben poco ai filosofi, i quali si interessano molto di più agli elementi viventi, di cui quelli materiali sono solo una precipitazione ed un simbolo esteriore. Essi parlano infatti di un caos interiore in cui gli elementi sono mischiati e dell’ordine che deve essere realizzato attraverso l’Arte.
    Se alla Terra infatti corrisponde il punto di vista terrestre-corporeo a cui l’uomo è condizionato, all’Acqua corrisponde la percezione sottile, all’Aria quella Celeste, ed al Fuoco la visione Universale. Acqua, Aria e Fuoco, corrispondono altresì al Mercurio, al Mercurio Ignificato e all’Oro-Solfo.
    Se veramente volessimo chiarire tutte le implicazioni di tali concetti, il piccolo libro di Arnaldo da Villanova, una volta commentato, avrebbe una mole monumentale, basti comunque quato esposto per dare un’idea del suo contenuto.
    Il lettore non si spaventi, ma penetrare il gergo alchémico, non è cosa che si realizzi senza fatica; occorrono ripetute riflessioni e meditazioni, nonché un interesse che vada oltre la semplice curiosità.
    Se il testo che qui presentiamo, e che per molte ragioni può a buon diritto essere considerato un’opera d’Arte, fosse anche un poema, vi si potrebbero applicare nel frontespizio questi versi:
    “O voi ch’avete li ‘ntelletti sani, mirate la dottrina che s’asconde, sotto ‘l velame de li versi strani”.

    ARNALDO DA VILLANOVA
    LETTERA SULL’ALCHIMIA AL RE DI NAPOLI
    Sappi, o Re, che i sapienti misero nelle loro opere molte cose e molti modi di procedere, come ad esempio: il dissolvere, il coagulare e molti vasi e pesi; ciò fecero, per accecare gli ignoranti e per dichiarare solo agli intelligenti il loro Opus.
    E nota, o Re, che i sapienti hanno rivelata l’Opera con poche parole, sebbene ve ne abbiano aggiunte molte altre, affinchè fossero compresi se non dai sapienti. Ed i sapienti, in verità, dissero che la pietra è una sola, ed è composta da quattro nature; queste quattro nature sono: il fuoco, l’aria, l’acqua e la terra.
    E questa pietra, è simile alla pietra all’apparenza e al tAtto, ma non nella sua natura; ed è chiamata pietra, come una cosa composta.
    Questo composto, se è condotto per via retta, è ciò che si cerca; in lui non vi è nulla di superfluo o di mancante, anzi: tutto quello che è nella pietra è a lei necessario e non ha bisogno di nient’altro. E detto composto, ovvero pietra, è di una sola natura, ed una sola cosa; la qual cosa, nella decozione del fuco, assume diversi colori prima di diventare il lapis bianco e perfetto.
    E nota, o Re, che più l’anzidetta pietra sta nel fuoco, tanto più aumenta la sua qualità: il che non avviene per tutte le altre cose, le quali, nel fuoco bruciano e perdono l’umidità radicale.
    La suddetta pietra, tutta sola nel fuoco, sempre migliora e accresce la sua qualità; e il fuoco è il suo nutrimento. Questo, è uno dei segni evidenti per riconoscere il lapis stesso, e ciò intendi bene.
    Questo composto, ovvero lapis, si divide prima dell’operazione in due modi: il primo è corporale, l’altro è spirituale, e uno esce dall’altro, ed è unito, e si governa l’uno con l’altro e uno migliora l’altro. I filosofi nominavano l’uno: Mascolino, e l’altro: Femminino. Nota anche, o Re, che quando i filosofi hanno nominato l’Argento vivo e la Magnesia dicendo: Congela l’Argento vivo nel corpo della Magnesia -, essi non intendevano l’Argento vivo volgare che si vede, ma hanno inteso l’Argento vivo è una umidità di questa pietra e, la Magnesia, non è quella che si vede volgarmente, ma chiamarono magnesia, tutto il composto in cui è tutta la suddetta umidità che è l’argento vivo.
    Continua



    Ultima modifica di Alessandro il Ven Apr 22, 2011 11:04 am - modificato 1 volta.
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    Messaggio  Salvatore Gio Apr 21, 2011 10:02 pm

    GRAZIE !!!
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    Messaggio  Alessandro Ven Apr 22, 2011 12:29 pm

    IMPORTANTE CORREZIONE AD UN'ERRORE DI TRASCRIZIONE

    è simile alla pietra all'apparenza e al (deve intendersi: TATTO)

    E questa pietra, è simile alla pietra all’apparenza e al tAtto, ma non nella sua natura; ed è chiamata pietra, come una cosa composta.

    continuerà al più presto.
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    Messaggio  Alessandro Ven Apr 22, 2011 4:58 pm

    SECONDA ED ULTIMA PARTE

    Questa umidità, non è come le altre umidità, perché questa scorre ne l fuoco e in questo fuoco dissolve tutto il composto, lo congela, lo fa nero, lo sbianca e finalmente lo fa divenire rosso e perfetto.
    Nota anche, o tu Re, che nell’opera non si mettono molte cose, ma una sola, e non bisogna fare con le mani alcuna triturazione, né si deve aggiungere cosa alcuna con questa pietra. E nota, o Re, che la terra bianca si chiama pietra bianca perfetta, e la terra rossa, si chiama rossa perfetta; e questa terra bianca, per il regime della suddetta opera, senza aiuto di alcun’altra cosa, si converte in rubedine. L’Acqua, ovvero l’argento vivo, si chiama umidità, ed è in questa pietra; e nota, che quando questa acqua o umidità esce dal composto, ovvero pietra, tutto il composto nero converge sul fondo del vaso; cos’ poi, continuando con il fuoco, la stessa nerezza di cui è l’umidità si converte in diversi colori e, finalmente, in bianchezza. Questa umidità è chiamata aria, la quale aria o – umidità4 [nota 4 – L’aria, come anche l’acqua, sono sempre aspetti del Mercurio. Quando il Mercurio è acqueo, viene detto lunare; quando è aereo, viene detto Ignificato. La Terra riguarda poi il corpo, mentre il Fuoco riguarda lo Spirito. Il Mercurio che corrisponde all’Anima (secondo l’ermetismo l’uomo è infatti composto di tre parti: corpo, anima e spirito.), cambia quindi caratteristica a seconda del prevalere dell’Elemento inferiore o di quello superiore con cui è in rapporto.] – la si mescola con la sua terra e con gli altri elementi che sono nella stessa pietra fino a che divenga una cosa bianca.
    E nota, o tu Re, che la suddetta umidità aerea, che è l’argento vivo, è una cosa sola con la sua terra soprindicata e con gli altri elementi esistenti nella stessa pietra. Questa umidità, anche se è poca, è sufficiente a nutrire ed a rendere perfetta tutta la pietra in cui è l’umidità stessa.
    E’ da sapere poi, che in detta composizione, ovvero pietra, vi sono il Sole e la Luna in virtù e potenza e negli elementi in natura, perché se queste cose non fossero nel composto stesso, non si farebbero; e non si potrebbero fare quindi né il Sole né la Luna. Nondimeno, non è questo Sole come il Sole comune, né questa Luna come la Luna comune; perché questo Sole e Luna esistenti nel composto, sono migliori di quelli esistenti nella natura volgare, in quanto, il Sole e Luna del suddetto composto sono vivi, mentre gli altri, volgari, sono morti. Si abbia il dovuto riguardo per il Sole e Luna esistenti nel composto, come più sopra abbiamo precisato.
    Essi, nel Lapis sono potenzialmente, anche se non visibilmente, e i filosofi, per questa ragione, hanno chiamato il lapis stesso, Sole e Luna.
    Ed è da sapere che questa pietra, ovvero: composto, è uno sola cosa e di una sola natura, ed in essa è tutto quanto le è necessario, ed in essa vi è ciò che la migliora, ed anche ciò che la completa6 [nota – 6 Di fatto, l’Uomo, inteso come microcosmo, contiene in potenza tutte le cose.].
    E non è, questo composto, una cosa qualunque, ossia opera di qualche essere vivente, animale o vegetale, ma è una natura monda e chiara delle sue proprie miniere, che si tramuta per regime di fuoco e si putrefà e si annerisce e si fa bianca e poi rossa e di molti altri colori diviene.
    E nota, o tu Re, che l’umidità suddetta che è l’argento vivo, è la corruzione della stessa pietra,infatti fa diventare questa pietra, nera, e poi, infine, la sbianca.
    E nota, o tu Re, e sappi, che i filosofi dissero: Fondete il corpo e trattatelo fino a che non si tramuti in acqua; intendendo di detto composto che sia fuso e congelato, ed allora è chiamato: “terra”. E nota, che i filosofi lo chiamano Acqua, mentre detto lapis è liquefatto con la sua acqua, la quale nello stesso lapis è fissata; e quest’acqua, è allora corrente e bianca come l’acqua.
    E nota, o tu Re, che si converte l’acqua in aria; e bisogna intendere, che detta acqua congeli e si converta nel corpo che era in precedenza, e che il corpo stia tanto nel regime del fuoco, da trasformare lo stesso copro sottile e da portarlo all’albedine perfetta; ed allora, è da alcuni chiamato Aria. Ma quando si dice che si converte l’Aria in Fuoco, s’intende che questo composto che si chiama Aria, deve stare in un gran fuoco forte sino a che non divenga rosso; ed allora, completo al rosso, è chiamato Fuoco, ovvero, Sole.
    E nota, o tu Re, che da un solo composto e soltanto con esso è fatta l’Opera e non da altro; e questo composto prendilo puro senza le impurità che sono in lui; ovvero, che sia mondato, perché così deve essere, e, questo composto, governalo nel fuoco insieme alle sue nature. Questo devi fare all’inizio del regime del fuoco, perché in ciò, è tutto il difetto, ovvero il pericolo.
    E quando questo è fatto, non possono più esservi ulteriori difetti, ed allora, il fuoco deve essere tra il forte e il moderato, fino a che lo spirito sia separato dal corpo, ed ascenda sopra la Terra, e rimanga, in fondo al vaso, il corpo morto senza che in esso vi sia alcuno spirito. Ed il segno è, che se si pone sul fuoco non fonde e nemmeno fuma, in quanto, riguardo a questa fase, è già completo; e mentre è così, si riduca questo spirito sopra lo stesso copro da cui è uscito; questo spirito è simile alle nuvole nere che portano acqua. Perciò, questo spirito si chiama Acqua di Vita, per la quale sostiene questo corpo e con la quale muore e dopo la morte rivive.
    E nota, che con il suddetto composto vi è ciò che mortifica il composto stesso, e con lo stesso si sbianca e si arrossa, senza l’aiuto di nessuna cosa estranea.
    E nota anche, che il fuoco, all’inizio dell’Opera, deve essere lento, nella seconda fase, mediocre;nella terza, forte, aumentando gradualmente il fuoco sino a che detta pietra non divenga bianca ed infine, rossa.

    “O voi ch’avete li ‘ntelletti sani, mirate la dottrina che s’asconde, sotto ‘l velame de li versi strani”.

    FINE

    p.s. Se il Maestro Arnaldo Da Villanova è di Vostro gradimento , continuerò, sempre trascrivendolo con "Il Libro del Perfetto Magistero", che, secondo me, approfondisce e anche nega, cose scritte in questo testo che avete letto "Lettera sull'Alchimia al Re di Napoli"

    DOMANDA: cos'è il Lapis che intende il Villanova in questo testo ??? è forse l'opera stessa ??? forse non è ancora Lapis quando non è ancora perfetto ???, ma sempre del nostro personale Lapis credo che bisogna intendere, e forse Lapis perfetto quando riesce a rendersi tangibile sia alla natura sottile che alla natura grossolana dell'Uomo, ovvero Solare e Lunare/ignificato.
    Alessandro
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    Messaggio  Admin Ven Apr 22, 2011 9:11 pm

    Scusatemi se mi esprimo poco chiaro ma ho poco tempo a disposizione e volevo chiarire il concetto di lapis ad Alessandro,spero di fargli un piacere

    L’Alchimia insegna, che per liberare il principio spirituale(zolfo,quella parte interiore o forza capace poi di dominare tutti gli altri elementi), occorre innanzitutto sottrarre il Mercurio(la parte animica o femminile della nostra natura o anima) dalla prigionia a cui Saturno(il piombo è il metallo di saturno,o anche terra,l’anima inferiore o brama) l’ha sottoposto; essendo Saturno l’ente terrestre (forza della terra-corpo), è necessario sottrarre dalla sua influenza la forma sottile di vita individuata (il Mercurio), e ciò avviene con la separazione ermetica( nel senso di morte iniziatica,ci si isola dalle influenze esterne e ci si purifica la natura animica(fede e virtù). Grazie a questa operazione, la sostanza mercuriale ritorna allo stato libero e indeterminato, ed il Solfo in essa presente (Solfo inerte, se il principio vitale è fissato nel corpo), divenendo attivo, ri-ottiene la sua possibilità di azione trasformativa e trascendente. (in questo modo il nostro principio spirituale fatto di potenza e volontà sarà lui nell’unione a dettare legge nella nostra anima,sarà l’io a decidere e vivere secondo il modo di compiacere all’anima o mercurio per farla generare in seguito il fanciullo filosofico(vero io)Dice infatti Bohme: L’Artista deve conoscere bene il Solfo, che è la base delle sue operazioni, e deve soccorrerlo assieme al Mercurio, tenuti prigionieri da Saturno.
    Il Filalete così si esprime: Il Solfo passivo che è nel Mercurio, dovrebbe essere attivo e agente; ed ancora: La vita esterna, congiungendosi con la vita che è nel Mercurio, ne cambia del tutto la sua composizione e fa uscire dal suo interno le impurità che esso contiene.

    Lapis vuol dire pietra,e la pietra bianca o Lapis bianca è il finale della prima opera al nero. Da principio l’iniziando essendo come pietra grezza e nera,simile al piombo di saturno,ha bisogno di certi operazioni. La pietra(la nostra natura di solfo,mercurio e sale) va estratta dalla miniera(l’uomo della società collettiva)va messa isolata separata dal mercurio(influenze delle impressioni esterne che colpiscano la nostra natura),qui viene messa in uno stato di mortificazione,mediante processi di terra,aria,acqua e fuoco. Che vuol dire?: che isolata e messa a confronta con se stessa,si mortifica,si addolora,fino alla morte della natura inferiore sottile bramosa,e si libera uno spirito sottile,corpo sottile o mercurio che salendo nella storta di vetro in cui è messa la pietra arriva alle peareti del vetro che riscaldato dal fuoco genera vapori e tubolenza e piogge violente che ricadano sulla natura dell’iniziando o della pietra,che attraverso vari lavaggi della pietra essa passa dal nero al bianco,sotto l’azione dell’acqua celeste,della rugiada di maggio,nell’acqua(mercurio) che non bagna le mani. Dal nero al bianco,la Luce superiore filtra nella pietra cristallina dando tutta la gamma dei colori fino al rosso della coda del pavone,che li riunisce in se in una totale ed unica Luce bianca,Lapis Bianco,il fanciullo filosofico.


    fraternamente:Nikas
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