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QUESTO E' UN FORUM DEDICATO AI SOLI MEMBRI ISCRITTI,COME UN CENACOLO DELLO SPIRITO CI INCONTRIAMO PER ESPORRE LE NOSTRE OPINIONI SPIRTUALI CHE ,COME LUCE IRRADIA DAI NOSTRI CUORI AFFINCHE' NON MANCHI MAI IN TUTTI NOI IL LUME DEGLI ANTICHI FRATELLI CHE HANNO PERCORSO QUESTA SCIA, E SOPRATUTTO L'AMORE DEL PIU' GRANDE MAESTRO VIVENTE IN TERRA GESU' CRISTO FIGLIO DI DIO E DIO NELLA TRINITA'.
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Messaggio  Admin Dom Ott 03, 2010 12:51 pm

proviamo a dare una spiegazione cabbalistica a questo prologo dell'apocrifo vangelo della verità,in modo da assemblare le diverse vedute ed opinioni dei membri del forum.


Il Vangelo di verità è gioia per coloro che dal Padre della verità hanno ricevuto la grazia di conoscerlo attraverso la potenza del Logos venuto dal Pleroma: egli è nel pensiero e nella mente del Padre, egli è chiamato "Salvatore" essendo questo il nome dell'opera che ha da portare a compimento per la salvezza di coloro che non conoscevano il Padre. Il nome del Vangelo è, infatti, un proclama di speranza, è una scoperta per coloro che lo cercano. Tutti, infatti, erano alla ricerca di colui dal quale erano usciti, e i tutti erano in lui, l'inafferrabile l'incomprensibile, colui che è al di sopra di qualsiasi pensiero.
L'ignoranza del Padre fu sorgente di angoscia e di paura. L'angoscia si è condensata come una caligine, sicché nessuno ha potuto vedere. Perciò l'errore si è affermato: ignorando la verità, ha elaborato la sua materia nel vuoto. Si industriò a formare una creatura sforzandosi di ancorare nella bellezza l'equivalente della verità.
Ma ciò non era un'umiliazione per lui, l'inafferrabile l'incomprensibile: questa angoscia, questo oblio, e quest'opera menzognera erano un nulla, mentre la verità è stabile, inalterabile, inamovibile, è imperfettibilmente bella. Perciò disprezzate l'errore. Non avendo radice, era in una caligine rispetto al Padre, apprestandosi a predispone opere, oblii e paure per attrarre -per loro tramite - coloro che si trovano nel (luogo) di mezzo, e farli prigionieri.
L'oblio, derivante dall'errore, non era manifesto. Non e' come ... presso il Padre. L'oblio non esisteva presso il Padre, anche se pervenne all'esistenza a causa di lui; quanto esiste in lui è la conoscenza, che fu manifestata affinché si estinguesse l'oblio e il Padre fosse conosciuto. L'oblio, infatti, pervenne all'esistenza perché non conoscevano il Padre: dal momento, dunque, in cui conoscono il Padre, l'oblio non sarà più. Questo è il Vangelo di colui che essi cercano: è stato manifestato ai perfetti grazie alla misericordia del Padre.

fraternamente Nikas

se vcolete e lo trovate interessante ne possiamo continuare ......
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Messaggio  Alessandro Gio Ott 07, 2010 11:18 pm

L'oblio, derivante dall'errore, non era manifesto. Non e' come ... presso il Padre. L'oblio non esisteva presso il Padre, anche se pervenne all'esistenza a causa di lui; ........


e quindi non sono degno di Lui e del suo Dono perchè ho voluto conoscere l'oblio, a causa di Lui !!! ma Lui mi ha dato l'eternità perchè affinchè un giorno posso comprenderLo.

la frase: a causa di Lui, basterebbe per comprendere del grande dono che ci ha fatto!!! ma io credo che molte persone nel leggere questo in cuor loro ci si presenta prima un sentimento di autogiustificazione e poi lo scrollo di dosso delle proprie colpe... non è vero forse !?!?!? per me è così... e quella frase messa così è fatta apposta per chi non ha orecchie.

un abbraccio

p.s. si ma andiamo avanti.... ;-)

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Messaggio  Salvatore Dom Ott 10, 2010 8:51 pm

Non conoscendo esattamente la parola "oblio" (per comprendere bene il passo del vangelo da voi postato)sono andato alla ricerca del suo significato e ciò che ho trovato(da wikipedia) penso che sia di una grandissima utilità per tutti e la spiegazione che dà Platone è in se stessa una spiegazione cabalistica del passo citato.



Platone

Il tema dell'oblio è rintracciabile nella storia della filosofia a partire da Platone, il quale fonda interamente la sua dottrina sul concetto di anamnesi o reminiscenza delle idee.

Le nostre
conoscenze, secondo Platone, non derivano dall'esperienza, ma sembrano basarsi su forme e modelli geometrici che non trovano riscontro nella realtà fenomenica quotidiana; non esistono infatti i numeri in natura. Quei modelli matematici, che egli chiama appunto Idee, devono risultare pertanto da un processo di reminiscenza con cui giungono a risvegliarsi gradualmente nel nostro intelletto. Come si può notare, questa concezione presuppone l'innatismo della conoscenza, la quale presuppone a sua volta l'immortalità dell'anima, o meglio la sua reincarnazione (o metempsicosi), dottrina che Platone riprende probabilmente dalla tradizione orfica e pitagorica.

Secondo questa dottrina, una volta che l'anima umana si separi dal corpo in seguito alla
morte ha la possibilità di tornare a contemplare l'Iperuranio, sede delle idee, per assorbirne la sapienza, prima di rinascere in un altro corpo. Chi è ritornato subito sulla terra si reincarnerà come una persona ignorante o comunque lontana dalla saggezza filosofica, mentre coloro che sono riusciti a contemplare l'Iperuranio per un tempo più lungo rinasceranno come saggi e come filosofi. I primi saranno più facilmente soggetti all'oblio, ovvero alla dimenticanza e all'ignoranza, che li porterà a scambiare le apparenze sensibili per la vera realtà. I potenziali filosofi invece conserveranno dentro di sè qualche bagliore che, se opportunamente stimolato, potrà provocare in loro la scintilla del ricordo, attraverso intuizioni e lampi improvvisi, invitandoli alla ricerca della vera sapienza. Come Platone stesso suggerisce in numerosi passi, anche per i filosofi è impossibile recuperare completamente la reminiscenza del mondo delle Idee. La conoscenza della verità è propria solo degli dèi, che l'osservano sempre. I filosofi tuttavia non la desidererebbero con tanta forza se non l'avessero già vista prima di incarnarsi, e non fossero certi in qualche modo della sua esistenza.

Il tema platonico dell'oblio si connette in proposito con quello di
inconscio, nozione introdotta per la prima volta da Platone, che parla di saggezza offuscata, ma non cancellata del tutto. Si tratta di un oblio delle idee, rimaste sepolte e dimenticate nell'inconscio dell'anima, che è vissuto drammaticamente dal filosofo come una grave perdita. Egli descrive la triste condizione dell'oblio soprattutto nel mito della caverna, dove gli uomini sono condannati a vedere soltanto le ombre del vero, e condannano i pochi illuminati che, usciti fuori dalla caverna, intendono svelare loro la luce del sole.
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prologo del vangelo della verità di s.giovanni evangelista Empty a proposito dell'oblio e della reincarnazione ignorante

Messaggio  Alessandro Lun Ott 11, 2010 7:30 pm

Salve
riporto qui una lettera di un Adepto che dall'aldilà ha scritto attraverso la mano di una sua amica scrittrice.

"Lettere di un Morto tuttora Vivente" di Elsa Berker

"IL RIPOSO DELL'ANIMA"

Una fra le gioie che si provano trovandosi qui è l'occasione di poter sognare e studiare sè stessi. Senza dubbio qui vi è molto dafare, ma benchè io abbia l'intenzione di ritornare sulla terra fra qualche anno, sento che ho ancora tempo per poter studiare me stesso. Ho cercato più o meno di fare altrettanto sulla terra, ma qui si riesce più facile. Il solo travaglio di vestirsi e svestirsi è meno gravoso ed inoltre non sono ora costretto a guadagnare il mantenimento nè per me nè per altri. Anche voi potreste trovare qui tempo per oziare se credeste di poterlo fare. Si può qui mettere in pratica qualsiasi cosa che si pensi di fare. Io, ad esempio, mi propongo di raccogliere in pochi anni non solo una conoscenza generale delle condizioni di questo mondo dalle quattro dimensioni, ma anche di ritornare indietro sulle mie precedenti vite ed assimilare ciò che ho imparato in esse. Voglio tracciare una sintesi di tutte le esperienze fatte finora dal mio Ego, e stabilire da questamia sintesi che cosa potrò riuscire a compiere nel futuro. Spero, ma non ne sono del tutto certo, di poter portare meco molto di tale sapere quando nascerò nuovamente.
Proverò a dire a voi - o a qualcuno di voi - quando ed all'incirca dove potrete trovarmi. Eh! non siate stupefatta! Ci vorrà ancora tempo. Perchè ciò avvenisse prossimamente occorrerebbe fare le cose troppo in fretta ed io non desidero precipitare gli eventi.... Probabilmente potrei accellerare il mio ritorno sulla terra, ma ciò sarebbe poco saggio perchè allora ritornerei indietro con minor potere di quanto vorrei. L'azione e la reazione essendo uguali ed opposte, e l'unità o l'<<Ego>> essendo capace di generare soltanto quella data quantità di energia in un certo dato tempo, è meglio per me rimanere in questa condizione di materia astrale fino a tanto che abbia accumulato sufficiente energia per poter ritornare indietro possedendo i poteri voluti. Ciò stante non farò quello che fanno molte anime, le quali si fermano qui fino a che sono stanche di questo mondo, come prima erano stanche sulla terra. Avviene allora che si è trascinati indietro semi-incoscienti dalla forze irrestitibile della legge di equilibrio. Invece voglio essere io a dirigere quell'equilibrio.
Da che sono qui, un uomo che già conoscevo è tornato indietro sulla terra. Quando l'incontrai qui era già quasi pronto ad andarsene. Lo strano si era che egli stesso non comprendeva la sua condizione; si lamentava di essere stanco e di aver bisogno di riposo. Questo del riposo era probabilmente un istinto naturale allo scopo di prepararsi per lo sforzo supremo occorrente ad aprire nuovamente le porte della materia. E' facile venire qui, ma occorre qualche sforzo per andare da questo mondo nel vostro.
Io so dove quell'anima si trova attualmente perchè il Maestro me lo ha detto. Ne avevo parlato al Maestro, il quale già lo conosceva, il che è piuttosto strano, trattandosi di un uomo di cui avrei creduto che il Maestro non si sarebbe interessato. Ma non si sa mai. Forse nella sua prossima vita egli potrà cominciare realmente a studiare la filosofia che <<Essi>> insegnano.
E questo è tutto per questa notte.
Ma io parlavo del maggior tempo di cui qui si dispone. Vorrei che voi disponeste il vostro tenore di vita in modo di avere un pò più di tempo disponibile. Non voglio che voi rimaniate oziosa, ma le condizioni passive della mente sono altrettanto preziose che quelle attive. Si è quando voi siete passivi che noi possiamo metterci in comunicazione con voi. Quando la vostra mente e il vostro corpo sono sempre occupati altrove riesce difficile imprimere su di voi un qualsiasi messaggio dell'anima. Vedete di trovare un pò più di tempo tutti i giorni per rimanere in ozio. Qualche volta è bene non far nulla; allora le parti semi-coscienti della vostra mente possono funzionare. Esse possono richiamarvi alla memoria che esiste una vita interiore, perchè la vita interiore che voi avete la <<capacità>> di sentire sulla terra costituisce effettivamente il punto di contatto col mondo nel quale viviamo noi.
Ho detto che i due mondi si toccano, ed essi per l'appunto si toccano per mezzeo della vita interiore.
Voi vi ritirate entro voi stessi per uscire. Ciò sembrerà un paradosso, ma i paradossi celano grandi verità. Le contraddizioni non sono verità, ma un paradosso non è una contraddizione.
Havvi una gran differenza nella durata del tempo in cui la gente si ferma qui. Voi dite di soffrire nostalgia; ebbene qui vi sono delle anime che hanno la nostalgia della terra. Esse qualche volta tornano indietro quasi subito, ciò che generalmente costituisce un errore. A meno che uno sia giovane e possegga ancora una certa quantità di energia messa in serbo dall'ultima sua vita e non ancora adoperata, volendo tornare indietro sulla terra troppo presto viene a mancare la forza necessaria di un forte rimbalzo. E' strano vedere qui un uomo che soffra tanto di nostalgia per la terra tal quale come certi poeti e sognatori della terra hanno la nostalgia della vita interiore.
Questo uso delle parole <<esteriore>> ed <<interiore>> può sembrare una cosa confusa, ma dovete tener presente che allorquando voi andate <<dentro>> per arrivare a noi, noi dobbiamo <<uscire>> per giungere a voi.
Nel nostro stato noramel qui noi viviamo quasi una vita soggettiva. Noi diventiamo sempre più oggettivi al contatto del vostro mondo e per contro voi diventate più soggettivi al contatto col nostro. Se voi soltanto sapeste ciò che potreste venire da noi quasi in qualsiasi momento per una breve visita - intendo dire ritirandovi profondamente entro voi stessa.
Se voi volete tentare l'esperimento e se non avete paura, io posso condurvi qui senza che voi pediate del tutto coscienza del vostro corpo fisico, ovverosia senza che voi siate profondamente addormentata. Quando vorrete fare la prova potrete chiamarmi, e se non vengo subito non scoraggiatevi perchè in quel momento io potrei essere occupato altrove, ma in tal casso verrei un'altra volta.
Non vi è premura. Ecco quanto desidero inculcarvi. Ciò che non farete quest'anno, potrete forse farlo l'anno prossimo, ma se voi vi affannate continuamente dietro le cose terrestri potrete far poco in questo speciale genere di lavoro. L'eternità è abbastanza lunga per il pieno sviluppo dell'ego uomo. L'eternità sembra sia stata designata appunto per questo scopo. Fu una ben profonda affermazione quella data un giorno che <<l'oggetto della vita è la vita>>. Io ho potuto constatarlo molto più ampliamente dopo che ho avuto l'occasione di studiare l'eternità sotto un nuovo aspetto, da cui posso rendermi conto tanto del tempo che dell'eternità. Io vedo ora quello che non vedevo prima, che cioè non ho mai sciupato il mio tempo; poichè anche gli insuccessi furono una preziosa parte della mia esperienza. Talvolta si perde e si acquista in poteri nella stessa guisa come si entra e si esce dalla vita. In ciò, come in tutte le cose, oggetto della vita è la vita.
Non abbiate fretta. Un uomo può gradatamente acquistare il potere ed il sapere oppure può impossessarsene a viva forza. La volontà è libera, ma l'acquisto graduale ha una reazione meno violenta.

L'Adepto in questione, vuole forse mettere all'attenzione dell'uomo che vive sulla terra proprio dello stato di oblio in cui vive ???
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Messaggio  Admin Lun Ott 11, 2010 11:16 pm

l'oblio è sinonimo di nulla,di statico,di tenebre,di ignoranza,di morte.
il passo del vangelo della verità mi rimanda allo stato divino di nulla,ossia di quanto non si rivelò ancora come verbo che è conoscenza e verità.
Binah e Chocmah,le due qualità intrinseche di kether,spirito e acque di Dio della genesi,ancora non si combinarono,ed allora pur possedendo tutte le qualità manifestative e generatrice della Luce erano allo stato di oblio.
Dio,il suo pensiero; pur esistente ancora non si era manifestato,la sua realtà era informa e vuoto,dormiente,stasi di una potenza atta a creare.

ma quando il Verbo fu generato,tutto venne a compimento,come la luce anche le tenebre,come la verità e l'ignoranza,e questa produsse l'angoscia e il terrore,vale a dire la creazione della natura inferiore(materia)in quanto il Verbo di Verità produsse l'immagine del Padre.

per farla breve,la Luce ha prodotto la natura spirituale e tutti i suoi derivati positivi,mentre l'ignoranza ha creato l'oblio che è la natura inerte e incapace e inadatta alle leggi secondo il Verbo di verità. il verbo ha generato la conoscenza che è verità,che a sua volta è salvezza,viceversa l'oblio ha creato il mondo della materia anima-le.

ora il mondo anima-le(uomo e tuti gli esseri viventi)allo stato di dormiente e di oblio vengono a trovarsi nell'ignoranza e nell'errore di un modello di vita,in attesa che la Luce spazzia via le tenebre e dell'ignoranza,e dell'errore e dell'oblio.

mentre il Verbo crea l'essere spirituale(essenza);dall'ignoranza che è non verità,ma tenebre,sostanza dell'errore contrapposto all'essenza della verità,crea la materia,ma questa materia tale resta finchè il processo vitale di resurrezione(Salvatore) non entra anche nella sua sostanza(inferno) per liberare chi è ancora nell'oblio dormiente del proprio stato di reminiscenza.

S.Paolo dice:" 8[19]La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; [20]essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza [21]di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. [22]Sapppiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; [23]essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. [24]Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno gia vede, come potrebbe ancora sperarlo? [25]Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza.

le cose viste da un lato superiore e non dottrinale indicano: che il Verbo ha creato il mondo spirituale,l'intera nostra creazione visto con gli occhi dell'anima,lo stesso nostro mondo materiale doveva vivere basato solo esclusivamente sull'energia fornito dallo spirito vivente universale emanato dal Verbo,ma forze oscure uscite dall'oblio di Dio quando uscì il Verbo,nella loro ignoranza e nella loro cupa tendenza di essenza penetrarono nella materia e la trascinarono giù negli abissi(vedi il peccato originale,la caduta di lucifero,la caduta di atlantide,il diluvio universale) sonotutti miti di un trascinamento dall'alto in basso dovuto a forze(non Verbo)oscure,pazze,senza controllo,uscite da quello stato di non essere di Dio,non coscienza.

l'angoscia è per lo smarrimento degli uomini bisognosi di salvezza.
l'oblio è l'ignoranza di Dio(coloro che mai si sono immaginati di uscire da Dio e a lui ritornare).
l'oblio è la finzione,il traviamento dell'errore,l'inganno degli arconti o dei. ma angoscia,oblio ed errore non compromettono la potenza di Dio;esse sono realtà a lui opposte,hanno solo esistenza logica come " privazione della verità",mancanza di conoscenza,ma non hanno esistenza reale. infatti,l'imporsi della verità li farà scomparire. E la verità è nuda,non ha bisogno di ornamenti e finzioni.
chi era nell'ignoranza è nella morte,
chi vive nell'ignoranza è morto,
chi aspetta la verità pur morto sarà pronto a rinascere nella vita,
chi è nella vita è nella verità,
la verità è la vita:
4]In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
[5]la luce splende nelle tenebre,


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Messaggio  Salvatore Mer Ott 13, 2010 9:25 pm

Fino a quando l'uomo non è cosciente di se, è nell'oblio(le acque) dal momento che la sua mente riscontra di essere un qualcosa oltre il corpo fisico,quindi si rende conto che il suo essere non è quello che vede nello specchio ma bensi qualcosa oltre,
qui inizia il processo dell'investigazione della propria anima, e cioè Kether e poi di conseguenza la seconda e terza sephira che formeranno la prima terna,la causa creatrice del ternario è proprio il prendere coscienza del se spirituale e cioè il proprio IO
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